GRAZIE AGLI ISPETTORI DI COOPERATIVE
MINISTERIALI FATTA LUCE SU UNA REALTA' SCONVOLGENTE NEL MONDO
COOPERATIVO TOSCANO. COMPORTAMENTO VERGOGNOSO DA PARTE DEI BURATTINAI
DI UN CERTO “SISTEMA” DI POTERE COOPERATIVO.
PERCHE' I SINDACATI INTERNI DEL
MINISTERO SVILUPPO ECONOMICO , IN TESTA LA CGIL, VOGLIONO INDEBOLIRE
LA VIGILANZA PUBBLICA SULLE COOPERATIVE ESPELLENDONE GLI ISPETTORI DI
PROVENIENZA MINISTERO DEL LAVORO E AGENZIA DELLE ENTRATE?
PERCHE' LE STESSE FORZE POLITICHE CHE
SI SCANDALIZZANO PER QUESTI AVVENIMENTI NON SI ADOPERANO PER TOGLIERE
ALLE CENTRALI COOPERATIVE LA POSSIBILITA' DI VIGILARE ORDINARIAMENTE
(OGNI 1-2 ANNI) LE LORO STESSE COOPERATIVE ADERENTI? AFFIDANDO TUTTA
LA VIGILANZA SOLO ALLO STATO?
PERCHE' , LAGGIU' IN TOSCANA, LA PARTE
DEL MINISTERO DEL LAVORO CHE SI OCCUPA DI ISPEZIONI SUL LAVORO NON SI
ERA IN QUESTI ANNI ACCORTA DI NULLA?
ALCOOP-AGL
lavoratori cooperative
ALP-AGL
ispettori di cooperative
ALAI-AGL
lavoratori agroindustria
AGL
Toscana
I seguenti articoli sono tratti dai
citati organi di stampa.
Forteto, esito della relazione degli ispettori
«Sulla cooperativa del Forteto, dagli ispettori ministeriali si
rileva una valutazione affine a quella cui siamo giunti con la
relazione della Commissione d’inchiesta del Consiglio regionale
tra lesione arbitraria dei diritti di alcuni soci-lavoratori,
disparità di trattamento, firme inconsapevoli su operazioni
finanziarie, negazione dell’accesso a buste paga e Cud. E i
vertici del Pd, così come un pezzo del sistema-Toscana, si ostinano
nelle difese ideologiche e d’ufficio tacciando chi cerca di
basarsi sui fatti, di fare chiarezza sulla tragica vicenda e quindi
di chiedere giustizia di strumentalizzare la vicenda? Ma con che
faccia?» A esplodere così è il Consigliere regionale del Pdl
Stefano Mugnai che ha presieduto la Commissione regionale
d’inchiesta sugli affidamenti che aveva proprio le vicende del
Forteto come cartina di tornasole.
Mugnai ha appena letto le
conclusioni, ormai rese pubbliche, cui sono giunti gli ispettori e
beh, di rilievi sostanziali e importanti a far da presupposto alla
richiesta di commissariamento ce ne sono eccome. Invece, solo pochi
giorni fa, dal Pd il segretario regionale Ivan Ferruci e quello
metropolitano Patrizio Mecacci – che a differenza di parte dei
soci aveva potuto leggere nei giorni scorsi la relazione – avevano
enfatizzato il passaggio in cui il Forteto viene definito dagli 007
del ministero «solida e fiorente realtà imprenditoriale». Non era
che il rigo numero 13 di conclusioni lunghe sei pagine. A pagina 2
iniziano i guai, con gli ispettori che premettono alle loro analisi
il «legame imprescindibile» tra cooperativa, associazione e una
«comunità ispirata a proprie regole e principi». Il rapporto
interno alla cooperativa, rilevano gli ispettori che, nei loro
quattro mesi di investigazione, hanno interrogato 18 soci persone
fisiche più 1 ex socio, «è sempre stato sostanzialmente basato su
incondizionata “fiducia” per arrivare addirittura a una sorta di
“affidamento acritico” dei soci nei confronti degli
amministratori».
«Tradotto – incalza Mugnai – affidamento
acritico nei confronti dei capi della comunità-setta. Quelli che
ora sono a processo. Sì perché su un punto va fatta chiarezza: per
i vertici della comunità il vero fine è la comunità-setta stessa,
la cooperativa è un bene strumentale dal cui controllo discende la
possibilità per il sistema Forteto di superare anche questo
ulteriore triste capitolo. Motivo in più per considerare il
commissariamento e quindi la necessità di scindere il futuro della
cooperativa da quello della comunità, il modo più efficace, oltre
che giusto, per tutelare azienda e posti di lavoro».
«L’organo
amministrativo – si legge poi ancora nella relazione ministeriale
– non sembra abbia messo a conoscenza i soci lavoratori (o lo
abbia fatto in maniera marginale e superficiale) del contratto di
lavoro […] e, cosa assai grave, sembra che alcuni soci abbiano
inconsapevolmente sottoscritto strumenti finanziari». Ancora: «I
soci lavoratori, indipendentemente dalle mansioni effettivamente
svolte, sono tutti inquadrati con lo stesso contratto e in unico
livello contributivo», con violazioni giuslavoristi che per le
quali gli ispettori si riservano di inviare gli atti agli organi
competenti. C’è dell’altro: «L’ente – si legge già a
pagina 3 – nega il diritto del socio alla consegna delle buste
paga, del Cud e alla corresponsione delle prestazioni straordinarie
e festive effettuate». Per non parlare dello scossone seguito alle
denunce di natura penale fatte da alcuni soci, i cui contenuti sono
oggetto del processo a carico di 23 persone ai vertici del Forteto –
compreso il fondatore e ‘profeta’ Rodolfo Fiesoli – che
inizierà il prossimo 4 ottobre. «Emerge con chiarezza – si legge
a pagina 4 – un atteggiamento discriminatorio nei confronti dei
soci usciti dalla comunità [… che …] appare gratuito e comunque
non riconducibile o giustificabile da irregolarità o comportamenti
scorretti del socio nell’ambito del normale rapporto associativo o
professionale».
Riassumendo, si rileva la «tendenza a
confondere le regole ed i principi della “comunità” con il
rapporto lavorativo e societario», il che pare aver «condotto gli
stessi soci a ritenere “normali” atteggiamenti particolarmente
“interferenti” dell’organo amministrativo».
Mugnai è
tranchant: «Si tratta delle medesime dinamiche rilevate dalla
Commissione regionale d’inchiesta, solo proiettate nell’universo
lavorativo. I vertici del Pd comunque su una cosa hanno fatto
definitiva chiarezza: il legame a filo che lega il loro partito e la
storia del Forteto. Un legame che, evidentemente, è più forte
delle sentenze passate in giudicato e di quanto già emerso in
questi ultimi mesi; più forte anche della difesa dei diritti
fondamentali delle persone e dei lavoratori, della ricerca della
verità e dell’esigenza di giustizia delle vittime. Ma è l’ora
di finirla, di levarsi i paraocchi. In questa vicenda occorre che
tutte le persone di buona volontà, a prescindere dall’appartenenza
politica, si mettano dalla parte delle vittime e dei loro diritti
calpestati dopo che per trent’anni il Forteto, malgrado fior di
sentenze passate in giudicato a carico dei suoi leader, ha
rappresentato un punto di riferimento culturale e politico per un
pezzo di Toscana. Non dico che sia facile rinunciare a un’utopia,
ma le persone ed i loro diritti sono più importanti delle
ideologie. Oggi è assolutamente necessario aprire gli occhi».
l documento
Forteto, ecco l'atto d'accusa
contro la
cooperativa
Secondo gli ispettori del ministero non venivano
consegnate le buste paga ai soci, nè pagati straordinari e festivi
Ecco l’atto di accusa contro la cooperativa Il Forteto: sono
le sei pagine con cui i due ispettori del ministero dello Sviluppo
Economico, Lorenzo Agostini e Fabio Fibbi, riassumono le anomalie
riscontrate nell’azienda vicchiese, che a loro avviso deve essere
commissariata. Accuse dure, pesanti, che partono dalle commistioni
tra la comunità di Rodolfo Fiesoli e la cooperativa, descrivono le
discriminazione verso i soci disobbedienti, individuano varie
irregolarità amministrative e finiscono per censurare il regime di
affidi di minori messo in atto dalla cooperativa.
Il documento sarà discusso oggi durante l’assemblea
dei soci che si terrà al Forteto, prima che il ministero dello
Sviluppo Economico decida se ratificare o meno il commissariamento.
Al Forteto, scrivono Agostini e Fibbi, tra cooperativa e comunità
c’è «un legame imprescindibile» e la «tendenza a confondere
le regole e i principi della “comunità” con il rapporto
lavorativo e societario della cooperativa». Così, tutto è
delegato ai capi e i soci vengono lasciati all’oscuro persino dei
propri diritti. «Emblematica, a questo proposito,
l’inconsapevolezza riferita da alcuni soci interrogati di aver
sottoscritto atti importanti, come ad esempio titoli obbligazionari
o altri strumenti finanziari, nella completa ed acritica fiducia
nei confronti dei proponenti, senza la reale conoscenza di ciò che
stavano sottoscrivendo».
Gli ispettori affermano poi che «l’ente nega il
diritto del socio alla consegna delle buste paga dei CUD e alla
corresponsione delle prestazioni straordinarie e festive
effettuate». Emerge, inoltre, «una sostanziale ignoranza
dell’istituto del ristorno (la ridistribuzione ai soci del
profitto realizzato dalla cooperativa, ndr), distribuito
normalmente al termine di ogni esercizio ai soci lavoratori».
Ampio spazio viene dato nella relazione alla discriminazione dei
soci fuggiti dalla comunità, ma rimasti a lavorare in cooperativa.
«Emerge con chiarezza un atteggiamento discriminatorio nei
confronti dei soci che sono usciti dalla “comunità”»,
affermano gli ispettori, citando casi di demansionamenti e persino
la storia di un ex socio che ha testimoniato di aver dovuto
lasciare la cooperativa contro la propria volontà, dopo essere
stato costretto in «una sorta di isolamento». Agostini e Fibbi
spiegano poi che la cooperativa «non appare dotata di strumenti
normativi (…)che tutelino e/o garantiscano i diritti di eventuali
“ospiti” disadattati e/o minori», in riferimento al fatto che
alcuni minori, in passato, non erano stati formalmente affidati a
delle coppie, ma alla cooperativa stessa, senza che questa però
avesse previsto norme e regolamenti interni ad hoc.
Per tutte queste ragioni, i due ispettori chiedono il
commissariamento della cooperativa, perché «detto provvedimento,
oltre a sanare almeno alcune delle irregolarità rilevate nel corso
dell’ispezione, appare necessario al fine di un ricollocamento
dell’ente nell’ambito della propria attività e del proprio
scopo». Oggi, durante l’assemblea, il Cda del Forteto esporrà
le controdeduzioni da presentare al ministero per sventare
l’ipotesi del commissario. Ma ci sarà anche un gruppo di «soci
dissidenti», con ogni probabilità minoritario, che presenterà un
documento elaborato dal comitato delle vittime del Forteto, dove si
afferma la necessità del commissariamento, dopo anni di
«innumerevoli soprusi»: «Confidiamo – recita il testo – che
la giustizia cominci ad affermarsi anche in ambito civilistico,
societario, previdenziale e del lavoro, a fronte delle pluriennali
violazioni dei diritti in danno dei soci e dei lavoratori».
Giulio Gori
23 agosto 2013
Forteto: Pd,
Coop e cooperative contro il commissariamento ministeriale
Per gli ispettori del ministero dello Sviluppo economico l'azienda
di Vicchio va commissariata. Concorde il centrodestra, non il Pd:
"Strumentalizzazioni politiche che troviamo inopportune e
controproducenti"
redazione20 agosto 2013
Dopo gli abusi, gli scandali, le deposizioni, gli
orrori, passando per le minacce e le richieste di lavoro, al Forteto
sono è arrivata l’ispezione del ministero dello Sviluppo
economico. E la sentenza degli ispettori, inviati lo scorso
aprile, su richiesta del Consiglio regionale toscano, si è ben
presto trasformato nell’ennesimo caso: gli ispettori hanno chiesto
il commissariamento della cooperativa di Vicchio.
La stessa richiesta di commissariamento era stata
avanzata nei mesi scorsi nella relazione finale commissione di
inchiesta sulla vicenda Forteto del Consiglio regionale, poi
approvata dall’intera Assemblea toscana. La cooperativa così ha
deciso di convocare un’assemblea straordinaria dei soci per
analizzare il contenuto della relazione e approvare delle
controdeduzioni da inviare al Ministero che dovrà esprimersi sul
commissariamento. La vicenda Forteto vede il fondatore e ‘guru’
della comunità di Vicchio, Rodolfo Fiesoli, e altre 22
persone, rinviati a giudizio nell’inchiesta sulle violenze
sessuali e maltrattamenti, che sarebbero stati inflitti agli
ospiti della comunità, tra cui minori in affido. Il processo è
convocato il 4 ottobre e tra le parti civili ammesse
figurano anche il Comune di Borgo San Lorenzo e la Regione Toscana.
A caldo, il presidente della cooperativa Stefano
Morozzi, aveva dichiarato: “Non abbiamo niente da
nascondere e non abbiamo niente da temere. I rilievi
espressi dagli ispettori saranno esaminati approfonditamente e
sicuramente risolti dal nuovo Cda della cooperativa. Si tratta di
rilevi che non giustificano una proposta di commissariamento e
nemmeno una semplice diffida”. Tra questi la decisione della
cooperativa di applicare a tutti i soci lavoratori lo stesso salario,
al pari degli altri dipendenti. Per Morozzi “una proposta di tale
gravità deve fondarsi su precise rilevazioni oggettive di gravissime
violazioni, e non può in alcun modo far semplicemente riferimento ad
un generico ‘clima pesante’, che graverebbe attorno alla
cooperativa per gli avvenimenti attribuiti a persone non più socie”.
Di diverso parere Stefano Mugnai del Pdl,
presidente della commissione di inchiesta del Consiglio regionale:
“E’ una richiesta più che plausibile alla luce
di quanto appreso in commissione. Un po’ alla volta verrà fatta
giustizia su una storia trentennale di abusi, di coperture politiche,
di regole non rispettate. Una storia che ancora deve essere
raccontata fino in fondo”.
IL NO DI LEGACOOP E CONFCOOPERATIVE
– “Non comprensibile né giustificata la proposta di
commissariamento del Forteto”: così Legacoop e Confcooperative
all’indomani del vedetto ministeriale. “Occorre tutelare il
patrimonio industriale e di lavoro di un’importante realtà
agricola e produttiva toscana. I rilievi posti sono di natura
amministrativa e di scarsa entità, e possono essere affrontati e
gestiti serenamente dall’attuale gruppo dirigente, che è utile
ricordare ha segnato un importante elemento di discontinuità
rispetto al passato”.
PD – Ed infine, ieri, sul caso si
è espresso il Partito democratico toscano: l’auspicio, hanno
sottolineato i segretari regionale, metropolitano fiorentino e
mugellano del Pd Ivan Ferrucci, Patrizio Mecacci e Marco
Recati, è che il commissariamento “possa
essere evitato e che i rilievi posti dagli ispettori possano
trovare soluzioni mantenendo l’attuale gestione anche perché'
contemporaneamente sono stati messi in luce molti aspetti sulla
solidità dell’attività della cooperativa. Dopo la proposta di
commissariamento del Forteto – hanno continuato gli esponenti del
Pd – abbiamo assistito a nuove strumentalizzazioni
politiche del centrodestra che troviamo inopportune e
controproducenti perché è una questione che riguarda, è bene
ricordarlo, una realtà produttiva importante del nostro territorio,
il cui futuro dunque dovrebbe interessare tutti senza distinzioni di
appartenenza. La cooperativa del Forteto, tra l’altro, ha fatto
scelte importanti riguardanti i propri vertici, muovendosi secondo
noi in una giusta direzione”.